14.12.15 In occasione della giornata mondiale del disabile del 3 dicembre, la I Liceo Scientifico ha contattato via Skype il direttore tecnico federale per le classi paralimpiche della Federazione Italiana Vela, Beppe Devoti, e due dei velisti paralimpici italiani che nel corso della settimana si sono qualificati per i giochi di Rio 2016.
Proprio il 3 dicembre la squadra paralimpica italiana ha infatti concluso i campionati del mondo a Melbourne, i "Para World Championship 2015". I ragazzi hanno parlato con Marco Gualandri e Gian Bachisio “Bachi” Piras: i due hanno descritto l'ampia baia in cui hanno regatato, quali fossero le condizioni meteo (in quel momento in Australia era già quasi notte) e hanno raccontato che hanno potuto visitare la città e Phillip Island solo perché hanno messo in anticipo in quarantena il container delle loro barche durante il viaggio verso l'Australia, altrimenti avrebbero avuto solo il tempo per cominciare con gli allenamenti: sono infatti arrivati a Melbourne il 21, appena una settimana prima dell’inizio del mondiale. Marco ha mostrato orgoglioso alla classe il suo bronzo iridato ed è scaturito un applauso spontaneo e caloroso. Poi i ragazzi hanno voluto sapere da quanto tempo Marco va in barca: l’atleta ha raccontato allora del suo incidente in motocicletta nel quale ha perso la mobilità (ora è paraplegico), del fatto che si è avvicinato alla vela per fare riabilitazione e che grazie alla federazione ora per lui la vela è diventata una passione davvero importante .
Anche Bachi ha raccontato via Skype la sua storia, molto simile a quella di Marco: dopo un incidente in moto in cui ha perso entrambe le gambe ha iniziato a fare vela per “non dare di matto” e ora anche lui, con il suo equipaggio, ha qualificato la classe sonar per le paralimpiadi di Rio 2016.
Beppe Devoti ha infine spiegato che lo staff che segue solitamente i suoi equipaggi è molto ampio e professionale, ed è composto da una fisioterapista (con loro a Melbourne, munita dalla strumentazione necessaria per la tecarterapia, molto utile come defatigante), un nutrizionista, una motivatrice (che quasi ogni sera sentivano via Skype - indispensabile in giorni di forte carico emotivo) e un preparatore atletico.
Terminata la videochiamata la classe ha visto e analizzato insieme al professor Cattelani un video per illustrare l’affascinante struttura del 2.4 con il quale gli atleti paralimpici hanno gareggiato: una barca in cui una sola persona deve controllare timone, randa e fiocco (quando invece in tutte le classi per normodotati questi compiti sono affidati ad almeno 2 persone) e con molte peculiarità tecniche e progettuali. I ragazzi hanno compreso come lo sport in generale, e in particolare la vela, possono rappresentare un magnifico esempio di riscatto di fronte alle difficoltà cui devono far fronte le persone disabili. Inoltre, si sono detti molto colpiti dalla resilienza che queste donne e uomini dotati di una volontà di ferro hanno sviluppato per affrontare situazioni che per i normodotati sono di ordinaria amministrazione.
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